Vento nel grano


L’Istituto "F. De Sanctis" pubblica, nel settembre del 2009, un volume (tit. VENTO NEL GRANO Ventinove racconti di giovani scrittrici - Casa Editrice MEPHITE) realizzato da allieve dell’istituto nell’ambito dei progetti "LOGIN" e "SCRIPTA MANENT". Il lavoro è stato concretizzato in collaborazione con la "Scuola Holden" di Torino e grazie al contributo di "IVPC power3".


Vento nel grano

Per procurarsene una copia, contattare la segreteria dell’istituto: 0827 85010.



Prefazione del D.S. Prof. Severino LOIACO

Utilizzando sapientemente le risorse europee – PON 2007 - 2013 Az. C1 – FSE – 2008-2573 – l’Istituto d’Istruzione Superiore “F. De Sanctis” di Lacedonia (AV) ha organizzato i progetti di scrittura “Login” e “Scripta manent”, svolte dalla scuola Golden di Torino, fondata da Alessandro Baricco nel 1994 con l’idea di insegnare “storytelling”.

Principale obiettivo didattico dei progetti, raggiunto egregiamente dai due esperti, Pierpaolo Buzza e Dario Folchi, è stato di far comprendere agli allievi quanto complesso e articolato fosse il gesto del narrare, ma, soprattutto quale valore e significato dovesse essere ad esso attribuito. Infatti sono stati analizzati e prodotti vari tipi di testi narrativi: racconti, film, blog e così via, dimostrando che ognuno di loro è una forma di narrazione.

L’itinerario didattico è suddiviso in una serie di moduli in cui si è mostrato come vive una storia, come evolve una trama, cosa distingue una trama cinematografica da una letteraria, che cosa significa scrivere un film e da che parte si comincia, cosa differenzia il racconto autobiografico da un racconto puramente di fantasia e così via. I risultati sono stati tali che le autobiografie prodotte dalle nostre allieve/scrittrici hanno dato vita ad un blog (http://loginlacedonia.wordpress.com) e i racconti hanno portato alla pubblicazione di questa raccolta, nata grazie al cortese contributo offertoci dalla I.V.P.C. s.r.l., a cui va un sentito ringraziamento.

Un significativo riconoscimento va rivolto alla professionalità della professoressa Maria Venezia, che con tenacia e pazienza a seguito la preparazione e lo svolgimento dei progetti di scrittura, nonché la redazione di questo testo.

La raccolta contiene i racconti finali che gli allievi hanno prodotto nell’arco dei due corsi e sono stati posizionati seguendo il semplice ordine alfabetico, in quanto vari e complessi sono stati i contenuti che, di volta in volta, sono stati scelti dagli studenti, in base alla loro inclinazione o alle suggestioni ricevute.

Un’ultima notazione va fatta sulla selezione del titolo “ Vento nel grano”, scelto per due ordini di motivi: per il forte legame che questi due elementi naturali hanno con la nostra amata Lacedonia, terra dominata da distese di grano, solcate da un vento continuo, che a volte è ristoratore, altre volte è impetuoso; per la loro valenza metaforica, in quanto il grano rappresenta la giovinezza degli allievi che, grazie al nostro paziente lavoro di semina, cura e raccolta, riescono a crescere e ad essere produttivi, e il vento, sintomo dell’intemperanza e la vivacità dei ragazzi, che a volte ci turba, ma altre volte ci sorregge nelle giornate più torride della nostra esistenza.



Introduzione della Prof.ssa Maria VENEZIA

Tutti vorremmo, a volte, trasformarci in vento e poter percorrere velocemente, lunghe distanze, che ci permettano di vedere nuovi orizzonti e storie oppure perderci nelle distese di grano dei nostri pensieri, affondare la mente e immaginare. Questo è accaduto ai nostri studenti durante i corsi di scrittura che si sono svolti a scuola.

VENTO NEL GRANO è una raccolta di racconti originali, scritti da giovani scrittrici che hanno saputo, sebbene in “erba” e non professioniste, trasmettere parte del loro mondo, reinterpretando e reinventando situazioni, ricordi, immagini.

Il volume contiene le narrazioni finali che tutte le allieve hanno prodotto nell’arco dei due corsi di scrittura e sono stati posizionati seguendo un semplice ordine alfabetico, in quanto vari e complessi sono stati i contenuti che, di volta in volta, sono stati scelti dagli studenti, in base alla loro inclinazione o alle suggestioni ricevute.

Inizialmente gli esperti del corso avevano proposto come tematica comune “la musica”, che è, infatti, abbastanza ricorrente nei racconti presenti nella raccolta. Tuttavia, con il passare del tempo, tale tematica si è evoluta, cambiando veste e traiettoria e spingendosi in storie che parlano di amore, amicizia, desiderio di crescere e che si immergono nella fantasia, nel dolore, nella disperazione.

Ogni storia di questo libro è unica e speciale, ci offre un pezzo di mondo, ci fa diventare vento e ci fa volare via in ampie distese di grano.

Infine, devo rivolgere un particolare ringraziamento al preside, Prof, Severino Loiaco, che mi ha permesso di realizzare e vivere con i miei studenti questa esperienza intensa e coinvolgente, e ad un’amica e collega, Prof.ssa Maria Adele Quatrale, sempre pronta a rispondere ad ogni iniziativa e a rendere operativa ogni mia idea.



Racconti



Postfazione di Pierpaolo Buzza

Cos’è una storia? Come vive, di cosa si nutre? Come è strutturata una trama? Come sono fatti i personaggi e che voci hanno? C’è differenza fra scrivere per la carta stampata o per il cinema? Esistono narrazioni “immacolate”?

A domande come queste abbiamo cercato di rispondere durante i corsi “Login” e “Scripta manent”. Confrontando racconti, film, canzoni, scrivendo e riscrivendo, cercando delle risposte che fossero solo nostre.

Tutto questo non (solo) per curiosità accademica: ma per educare noi stessi ad esprimerci. Dentro ognuno di noi ci sono delle grandi storie. Ma se non le riusciamo a raccontare, sono destinate a rimanere invisibili.

Con questi corsi abbiamo cercato di lavorare su due fronti: da una parte, dare alle nostre allieve gli strumenti perché sappiano manifestare loro stesse in modi che a loro somiglino più possibile. Ovvero, trasformare un’urgenza narrativa in storia.

Sull’altro fronte, abbiamo insegnato loro che da una narrazione non si può uscire puliti. Bisogna sapersi sporcare le mani, perché ogni storia parla sempre di chi la racconta.

Il nostro lavoro è stato prima sulla storia, poi sull’autore.

Anzi: sulla storia, quindi sull’autore.

Nel nostro caso, sull’autrice.

Tutto questo anche per sfatare un triste luogo comune: che lavorare con degli strumenti faccia perdere di spontaneità. Noi crediamo che sia vero il contrario. Avere qualche ferro del mestiere consente un’espressione di sé più sicura, quindi più totale. Se è vero che una storia c’è dove c’è l’occhio dello scrittore, allenare quest’occhio significa trovare la propria voce.

Se è vero, per dirla con Almodovar, che si è tanto più autentici quanto si è vicini all’idea che si ha di sè, è anche vero che per arrivare ad essere autentici bisogna mettersi in gioco, imparare tutto, poi saperlo disimparare.

Quelli che avete letto sono i primi risultati di questo tipo di lavoro. Per la grande maggioranza delle autrici, è il primo esperimento letterario. Questi testi sono passati per tre revisioni, in cui abbiamo individuato una direzione e abbiamo iniziata a seguirla.

Visti i risultati dopo solo poco tempo, io credo che qualsiasi di queste ragazze, se continuasse, potrebbe diventare una brava scrittrice.

Ma io sono stato il loro insegnante, e quindi sono di parte.

...o forse no?